martedì 30 aprile 2013

Biglietto da visita

I tempi d'oro quando faceva il poeta di strada in Riviera
<Io? Sono il re dei barboni> E ti lascia il biglietto da visita


Pavia - Tutti lo conoscono come "il re dei barboni": amici, nemici, estimatori della sua arte, volontari delle mense dove va a mangiare. D'altronde, c'è anche scritto sul suo biglietto da visita: <Armando Bruzzesi, re dei barboni>. Seguono l'effige della corona (altrimenti, che re sarebbe?), una brevissima riflessione filosofica sul destino e una casella postale per indirizzare l'eventuale corrispondenza.
<Chi sono? Sono un poeta da strada - racconta di sé Armando Bruzzesi - Giro il mondo. Ogni tanto mi fermo e scrivo sul marciapiede col gessetto le mie poesie. A volte le canto al pubblico. Quando piove le ricopio sopra un cartoncino e le espongo in modo che i passanti le possano leggere>. Il re non chiede mai soldi. Ma se qualcuno gli lascia cadere un biglietto da mille lire  nel cappello, sorride e  ringrazia con un piccolo inchino.
Armando Bruzzesi ha 66 anni (nel 1995 Nota di WDM), ed è a Pavia ormai da diversi anni, ma ha girato parecchio. Se gli chiedi dov'è stato prima di giungere in riva al Ticino, ti consegna un pacco di articoli di giornale che parlano di lui. Il periodo d'oro risale all'estate del 1993, quando faceva la spola tra Bordighera e la Costa Azzurra. Proprio sul lungomare Argentina della città dei fiori, meta di tante teste coronate della belle époque, Armando Bruzzesi aveva trovato il suo habitat naturale.
Le cronache dell'estate di due anni fa parlano di un memorabile incontro tra il re dei barboni, giunto da Pavia, ed il Principe Giorgio I di Seborga, capo a furor di popolo del borgo alle spalle di Bordighera (un paesino che rivendica il privilegio dell'extraterritorialità, in base ad una tradizione secolare). Bruzzesi era venuto a rendere un doveroso omaggio a Giorgio I nel giorno della sua incoronazione: ne era seguito un incontro ufficiale con tanto di discorsi e brindisi. Per raccontare il resto della sua storia bastano poche righe. Armando Bruzzesi è nato il 17 giugno 1929 a San Calogero, in provincia di Catanzaro. Figlio di un carpentiere e di una casalinga, ha altri sei fratelli e sorelle. Sposato, separato, ha un figlio colonnello medico, ha lavorato come agente di commercio. Poi ha deciso di mollare tutto ed ha scelto la strada.
<Sono arrivato nudo e nudo voglio andare. Se anche dovessi diventare ricco con la pubblicazione del mio libro di poesie, non abbandonerò mai la strada: ormai è diventata la mia  casa>. E conclude nell'unico modo possibile: cantando una sua canzone davanti ad un bicchiere di vino nella mensa dei frati. P. Fiz.


Re dei barboni
(Canzone)

Un violino e un calice vuoto sul tavolino
il re dei barboni vestito di cenci
canta un’antica canzone.

Canta e suona il violino
canta come un bambino.

C’è vita in un bambino
com’è grande l’amore.

C’è vita in un uomo
com’è grande il suo destino.

C’è vita in un albero
com’è grande la natura

perché se sei sicura
la vita è per te.

Lui va a dormire su un vecchio vagone
sogna di quel grande amore lontano
sogna di essere tante persone
mentre le stelle gli danno la mano.


da: Fiori e Pensieri

La prima fotografia che WDM mi ha scattato alla stazione FS di Bovisa.


Per chi volesse sentire la canzone dalla mia voce, è possibile collegarsi a questo filmato.







Minga Ball (Non sono storie)

Maurizio e Armando

Maurizio, in una clip video, ci racconta un fatto che è accaduto un paio d'anni fa, ma del quale sono venuto a conoscenza solo da poco tempo; il mio amico era partito da Piacenza, diretto alla volta di Modena per farsi otturare un dente da mio figlio.
Io ho avuto una vita abbastanza movimentata, in cuor mio ho sempre aspirato a diventare un  poeta e così, dopo che le cose mi stavano andando abbastanza male, ho abbandonato tutto per vivere sulla strada. Adesso è complicato spiegare per quale motivo anni prima avevo lasciato mia moglie e mio figlio andandomene di casa, a volte le famiglie si mettono di mezzo alla vita delle coppie e fanno peggio di quanto già non accade tra marito e moglie; la libertà comporta un grande prezzo da pagare ed io penso di non essermi sottratto a questo costo.
Mi dispiace che mio figlio abbia sofferto per causa mia, ma lo capisco se oggi ha deciso di non volermi rivedere.


lunedì 29 aprile 2013

Più che un conte un contadino...

Racconto per chi vuol ascoltarmi

Nella vita mi sono capitate tante cose, alcune belle ed altre non dico fastidiose, ma forse un po' spiacevoli, sono sempre stato in mezzo alla gente, sia perché mi piace stare in compagnia ed anche perché ho sempre svolto attività a contatto con il pubblico. Quando si conoscono tante persone, inevitabilmente si conoscono anche tante donne, ho sempre avuto rispetto per tutti, ma qualche volta si è presentata qualche situazione delicata, voglio raccontarvi in un breve filmato cosa mi è successo tanti anni fa in Sardegna.
Tante donne volevano scappare via con me credendo che io potessi offrire loro quell'ideale di uomo libero e sincero che vive d'arte e dei propri sogni. Forse, ho sempre colpito la fantasia delle donne più romantiche col mio modo di vivere e di parlare ed ultimamente questa idea si è ben manifestata nelle mie poesie, ma io non ho mai approfittato di questa mia strana influenza, sono un uomo che ha amato profondamente e non mi hanno mai interessato le avventure di poco conto.
Forse, un giorno vi racconterò della donna che ho amato e per la quale ho conosciuto un grande dolore, so che c'è chi è interessato anche a queste cose perché pensa che la mia vita abbia avuto una svolta per ragioni sentimentali; è passato tanto tempo, rivivrei la mia vita così come l'ho vissuta, sono arrivato qui nudo e voglio andarmene allo stesso modo. A.B.




domenica 28 aprile 2013

Visita di Controllo

Da qualche giorno non sto bene, devo andare in ospedale per fare un controllo, ogni due anni mi hanno detto di fare il controllo, quindi domani dovrò andare dal medico, gli ho telefonato nei giorni scorsi, ma non ha risposto, probabilmente per queste ultime feste ed il ponte che c'è stato.
Martedì, penserei d'andare in ospedale, credo che non riuscirò a fare la visita prima di un mese o due, hai voglia! Purtroppo, ho dei dolori di stomaco e non so che cosa devo mangiare, anche se mangio in bianco cambia poco, spero di riprendermi, altrimenti dovrò farmi operare.
Il dolore aumenta tutti i giorni e questa cosa influisce anche sul mio umore, forse sono già un po' depresso. Ho difficoltà a fare certe cose e non vedo più tanto bene, sono stato dal'oculista, hanno sbagliato a farmi l'intervento di cataratta  da un occhio e dall'altro non vedo se non metto le gocce, ma sono due mesi che non le prendo, dovrò tornare anche dall'oculista... Vedo tutto annebbiato.
Armando Bruzzesi

sabato 27 aprile 2013

Senza nome né data (riflessioni sulla morte di un senzatetto)

Armando ieri mi ha detto che quando muore un barbone, un uomo che non ha niente e nessuno che lo reclami, il suo corpo viene sepolto, ma la tomba non avrà nome né data.
Sabato 20 aprile è morto Enzo Ingrassia, lui sosteneva d'essere parente di Ciccio Ingrassia, forse era un suo vezzo sostenere una cosa del genere, oppure perché no, poteva essere veramente così. Io l'ho visto 6 o 7 volte nei vari ambienti frequentati da chi non ha dove andare, né di che vivere; gli ho fatto delle foto perché era una persona gentile e sempre di buon umore, o forse quando l'ho incontrato gli girava bene, non so, fatto sta che mi sembra triste che un uomo muoia da solo in un ospedale senza che un amico o un familiare lo assista o lo saluti per l'ultima volta. Sembra che Enzo sia stato in coma per alcuni giorni prima di morire e che probabilmente non si sia nemmeno accorto di quanto gli stava accadendo.
Era il tipo di persona che non si preoccupava molto di ciò che faceva e questa cosa, spesso, fa combinare molti guai a tutti. Era pieno di vita e di forza, infatti aveva lavorato anche come muratore, grazie a suo "zio", il re dei barboni, che aveva garantito per lui, ma poi Enzo non riusciva a resistere e se ne andava via perché una vita "normale" non era la sua storia. La cosa che più mi aveva colpito era la sua allegria nel raccontare quanto gli era capitato dopo che aveva, in compagnia di alcuni complici, compiuto una cosa di cui non mi sembrava troppo dispiaciuto, se non per il fatto di non essere riuscito a godersi il frutto del suo "lavoro" per un'ironia della sorte che lo aveva portato a fermarsi con l'automobile nel posto sbagliato. Questa storia comunque comparirà nella sua interezza, riportata dalla persona che ha compiuto l'azione in questione, nel documentario che parla di Armando, dei barboni, e delle persone che abbiamo incontrato in questo viaggio che riguarda la sua vita, e per i momenti che lo accompagno, un po' anche la mia.
Armando mi ha detto che Enzo aveva sposato una sua lontana nipote e per questo si riferiva a lui come ad uno zio, poi l'unione era andata male ed ognuno aveva preso la sua strada, ma Enzo era contento che nonostante non avesse più a che fare con una donna in qualche modo imparentata con Armando, quest'ultimo si era comunque mostrato sempre amichevole con il "nipote acquisito".
C'è stato un momento, intorno al 2006-2007, che Enzo non aveva dove andare e così si era stabilito a casa di Armando, solo che dopo un po' questo uomo abbastanza irrequieto aveva pensato che si sarebbe sentito più libero in quell'appartamento mandando via il legittimo locatario e fu così che Armando passò nove mesi, circa, ospite dei Sinti. Poi, in qualche modo, gli amici di Armando convinsero Enzo ad andarsene, il poeta tornò a casa sua ed Enzo si tenne a distanza, continuando a frequentare  le panchine di viale Matteotti. 
A febbraio, fui abbastanza sorpreso di rivederlo in casa di Armando, come se niente fosse.
Naturalmente, l'esperienze negative passate dal poeta ed i mille consigli datigli non sono valsi a nulla, ancora una volta Armando si è sentito in dovere di fare tutto il possibile per una persona in difficoltà che aveva chiesto il suo aiuto. Armando è fatto così, non c'è modo che possa cambiare, tante volte antepone i bisogni degli altri alle proprie esigenze o necessità ed anche se si trova in difficoltà, raramente ti chiede esplicitamente di dargli cosa gli serve. Nel breve link filmato posto alla fine di questa pagina si desume che Armando aveva già rincontrato Enzo, dopo che questi aveva occupato il suo appartamento, addirittura lo aveva preso con sé in un suo viaggio in Liguria, anche se la cosa, molto probabilmente, gli aveva creato più disagi che vantaggi. A parte la confusione che spesso si crea con le date e la successione degli avvenimenti, spesso Armando nasconde o non dice le cose per difendere la sua libertà d'agire e di pensare, temendo forse di non essere compreso nelle sue decisioni e nel suo modo di vivere. Come tutti, è una persona piena di contraddizioni, a volte sbaglia sapendo di sbagliare, però alla lunga è difficile dire che umanamente abbia preso delle decisioni sbagliate quando si tratta di prendersi cura di chi è in difficoltà. Le vite di molte persone sembrano essere condotte soltanto in maniera di cercare il sistema migliore per autodistruggersi, non si sa bene se un giorno in più od in meno in mezzo alle altre persone possa veramente essere un buon risultato oppure il protrarsi di una sofferenza, però tutto rimane estremamente incerto fintanto che sullo schermo dello spettacolo della vita non si legge la parola: <Fine>. 
Molte cose accadono in modo imprevisto, altre sembrano scritte nel destino di una persona fin dalla sua nascita. La morte di un nostro simile deve comunque farci riflettere e tentare di farci capire il significato della nostra stessa vita. Io penso che la vita sia spesso un percorso difficile per ognuno di noi, non tutti siamo in grado di farci carico dei drammi degli altri, o di rinunciare alle nostre piccole conquiste per ricominciare sempre da capo, ma se riusciamo a portare anche solo una volta un aiuto concreto a qualcuno, oppure in qualche modo a rendere più agevole, o meno pesante e talvolta a far sorridere, o portare un po' di sollievo nell'esistenza altrui, magari regalando qualche istante di riflessione, comprensione o allegria attraverso semplici azioni, come la lettura di una poesia, di una frase o di una storia che ci faccia prendere coscienza del nostro stato di fragilità e simultaneamente della straordinarietà della nostra essenza umana, il nostro tempo non sarà stato del tutto inutile. 


Enzo aveva tre figli, il più grande ha 24 anni. <Sono tutti dei bravi ragazzi>, ricordo che questo è tutto quello che mi aveva detto una volta che mi aveva parlato di loro.


Questo era Enzo.

  Enzo a casa di Armando il giorno di S. Valentino del 2013

Questo è invece il filmato in cui Armando parla di ENZO
WDM

Tieni 100 euro

Ieri, sono passato a trovare il poeta Armando Bruzzesi, a Pavia. Ero arrivato da poco a casa sua quando sentiamo suonare il campanello, dopo esserci domandati chi poteva essere, apriamo la porta e vediamo comparire un amico di Armando che io non conoscevo ancora: Maurizio Giussani. Come d'abitudine, adesso che sto cercando di dare un poco d'ordine, in questo blog, ai ricordi, agli avvenimenti della vita d'Armando ed alle sue opere, chiedo a Maurizio come ha conosciuto Armando e se può recuperare nella sua memoria un episodio che l'ha colpito particolarmente. Non è facile porsi nel giusto modo con persone che non si hanno mai visto prima, ma il carisma di Armando è tale che sono riuscito a farmi raccontare da questo suo amico, un episodio al quale egli ha assistito personalmente e che vi propongo in questo brevissimo filmato dal titolo: "Tieni 100 euro" WDM



26 aprile. A casa di Armando con Maurizio



mercoledì 24 aprile 2013

Visita ufficiale al Principato di Seborga

Ripubblico in queste pagine alcuni articoli di giornale usciti ventuno anni fa sulla mia permanenza a Bordighera e dintorni. 


"Visita Ufficiale" con tanto di brindisi e discorsi

BORDIGHERA - Da qualche giorno lo si vedeva sul lungomare Argentina: seduto per terra, le gambe incrociate, la lunga barba candida ed uno zaino pieno zeppo di poesie. E ieri pomeriggio, Armando Bruzzesi, classe 1929, ufficialmente riconosciuto "re dei barboni" come si legge sulla carta d'identità che gli ha rilasciato due anni fa il Comune di Cerro Maggiore, ha voluto rendere omaggio ad un altro sovrano privo di blasoni e sangue blu: Giorgio I di Seborga, principe a furor di popolo del borgo alle spalle di Bordighera. A sua altezza, il re dei barboni  ha voluto dedicare una poesia che parla della forza del destino e delle strane vie che portano al successo o alla rovina.
Ma, tra un brindisi e l'altro, come si usa fare nel Principato, ha voluto poi rendere omaggio a chi <si batte per la libertà del suo popolo e della sua terra>.
Bruzzesi è davvero un personaggio che non può passare inosservato. E ogni sera, da quando ha scelto l'asfalto di Bordighera per scrivere di getto poesie da dedicare al mondo, intorno a lui si raccolgono centinaia di giovanissimi. A tutti promette un libro di poesie: appena avrà voglia di stamparne uno.
Patrizia Mazzarello



SEBORGA Ieri l'incontro 
Re dei barboni rende omaggio al Principe

Incontro storico ieri nella piazza del paese. Protagonisti due sovrani alquanto bizzarri.
A rendere omaggio al principe Giorgio I (Giorgio Carbone nato il 14 giugno 1936 e morto il 25 novembre 2009 nota di WDM) è infatti arrivato un altro personaggio: il re dei barboni. Armando Bruzzesi, 63 anni, lunga barba e capelli bianchi, è venuto da Pavia per consegnare a Giorgio I una pergamena: <Dimmi di un uomo la cui vita è andata distrutta e ti dirò 1000 ragioni per cui al suo posto potresti esserci tu>. Camicia rossa e foulard, sandali non ha voluto pranzare, ma ha comprato solo una fetta di gorgonzola e pane.
Il titolo di Bruzzesi è indicato sulla carta d'identità. <Professione: poeta, re dei barboni>. <Vive scrivendo poesie sulle strade e la sua dinastia ha leggi severe>, spiega Giorgio I. Il re dei barboni è arrivato a Seborga per dimostrare la sua stima al "collega" che lotta per assicurare l'indipendenza al suo popolo. d. bo.









W LE MICRONAZIONI E LA LIBERTA'





Poesia di strada a Bordighera

Statua della Regina Margherita di Savoia a Capo Sant'Ampelio a Bordighera



Il “re” dei barboni e le sue poesie di strada

Armando Bruzzesi vive sulla strada e scrive poesie. Le regala e spesso riceve in premio poche lire che non ha mai chiesto. Ma lui si sente re e quando lo invitano a bere un bicchiere di vino bianco su di una terrazza sul mare si sente in dovere di fare il baciamano alle signore. Uno strano nobile in una zona che ospita da sempre tante teste coronate. Ma Armando Bruzzesi è soltanto...il re dei barboni. E qualche volta i suoi “sudditi” lo derubano pure.
Bordighera. La città delle palme, situata nell'estremo ponente ligure dove la riviera dei fiori va ad abbracciare la Costa Azzurra francese, vanta un passato di presenze di teste coronate e di una nobiltà europea che dominò la vecchia Europa fno alla conclusione del primo conflitto mondiale, quando guerre e rivoluzioni sconvolsero il mondo. Tra la fine del secolo scorso e l'inizio del nostro, furono ben 38 le teste coronate che soggiornarono nei maestosi <Palace- alberghi>. La regina Margherita di Savoia, la cui statua di marmo bianco domina dalla pineta di Capo Sant'Ampeliola vista sul mare aperto, scelse Bordighera per venirvi a trascorrere gli ultimi anni di vita nella villa che sorge lungo la strada Romana realizzata dalla colonia inglese tra platani e vegetazione sub tropicale, una tenuta che la speculazione edilizia non è ancora riuscita a distruggere.
Fa quindi notizia, a Bordighera la presenza di un altro “re” un po' insolito, visto che i suoi “sudditi” sono barboni. Secondo il vocabolarioZingarelli <barbone> significa uomo dalla barba lunga ed incolta, ma anche mendicante, pitocco, accattone, pezzente. Il re dei barboni ha scelto dunque di proporre le sue poesie sul selciato di Bordighera. Si chiama Armando Bruzzesi e la sua carta d'identità recita così: nato il 17 gennaio del 1929, altezza un metro e 77, capelli grigi, occhi castani, professione poeta, nato a San Calogero in provincia di Catanzaro. E' sposato e separato, ha un figlio colonnello medico. Deciso dichiara: <Sono nato nudo e nudo voglio andare>, così dopo un'esperienza quale rappresentante di commercio ha scelto il marciapiede, le notti trascorse su una panchina o nelle stazioni ferroviarie. <Se anche dovessi diventare ricco con la pubblicazione del mio libro di poesie non abbandonerò mai la strada che è divenuta ormai la mia casa> .
Armando Bruzzesi è stato proclamato re dei barboni, ma i suoi sudditi lo derubano in continuazione. Quando dorme in una cabina telefonica, in un androne, sulle panche di una “gare” ferroviaria ne approfittano per portargli via le scarpe, i poch soldi raccolti durante la proclamazione delle sue poesie. Trattasi di sudditi irrequieti che sono prontissimi a riconoscergli lo scettro di re, ma che pretendono qualcosa in cambio per sopravvivere.
E qust'uomo, figlio di un carpentiere e di una casalinga, nato in Calabria con altri sei fratelli e sorelle, ha dimenticato tutti, la moglie e il figlio colonnello. Ora tutto ciò che ama e di cui ha bisogno è la vita all'aria aperta, il “vantaggio” di non conoscere la dichiarazione dei redditi “740”.
Quando il sole va a tramontare dietro lo sperone roccioso delle Alpi Marittime inabissandosi nelle acque della Costa Azzurra francese, Armando Bruzzesi si presenta sul lungomare di Bordighera e con il gesso traccia sull'asfalto infuocato le sue poesie. Con il gesso. Ed attende che i turisti gettino nel cappello qualche monetina. Questo è tutto quello che gli consente di vivere e di rivendicare il suo ruolo di re dei barboni.
Ama la pulizia, ogni mattina fa il bucato alle fontanelle pubblichedella sua scarsa biancheria: una maglietta ed un paio di pantaloncini corti. Ordine e pulizia: tanto per distinguersi dal mondo dei suoi sudditi e propone il baciamano a chi gli offre un bicchiere di vino bianco. O si è re o non lo si è. Ed Armando Bruzzesi che trova ospitalità generosa al marina Beach e che si esibisce con Angelo, un cantante che intrattene la clientela accompagnandolo con la chitarra, rivendica con signorilità ottocentesca la sua presenza nell'elegante e sofisticata Bordighera. Ospiti degli spazi che la società civile lascia abbandonati al calar della sera, ma con molte cose da dire.
Lungo i marciapiedi di Francia lo stesso mondo dei barboni, definiti oltrefrontiera clochard (vagabondo) offre un giornale dal titolo <Macadam journal> che sta a significare selciato, pietrisco. Sintetizzando il grido dell'abbandono, la proposta di una situazione che il cosiddetto mondo civile dimentica.
Giancarlo Lora


martedì 23 aprile 2013

Da "Nocturna", Le notti di Minerva


Nella mia rassegna stampa personale, con orgoglio, posso vantare d'essere stato pubblicato anche in un giornaletto degli studenti universitari di Pavia, una fanzine un po' dark. Era il novembre 1997, le mie poesie sono sempre piaciute molto ai giovani, così sono stato inserito tra un articolo di Daft Punk ed una storia di fantasmi per non dormire.
Ho provato a chiamare i numeri indicati dal Direttore responsabile Evelyn Naif, per avvisare che ripubblicavo le loro pagine, ma non ho avuto risposta. In realtà la situazione era abbastanza inquietante perché il cellulare di 16 anni fa suonava libero, così come il numero di fax, ma nessuno ha risposto. Ringrazio comunque la redazione al completo composta da: Laura Agerli, La Rese, L'Evelyn, Frank Gazza, Dario Gandolfi e Riccardo Gatti. Così come Roberto Melle 242 per la realizzazione grafica, Roberto Aris Ariberti e Raffaella Grandi per le fotografie. Un caro saluto a tutti e se per caso vi ritroverete su queste pagine, non esitate a mandarmi un saluto.
Invito tutti coloro che hanno mie fotografie o ricordi di qualche nostro incontro a contattarmi, magari per inviarmi qualche file da pubblicare sul mio blog, oppure da visionare privatamente, se non volete comparire pubblicamente. Armando Bruzzesi poeta randagio.



Alla notte

Della fatal quiete immagine
e antica madre di sogni.
Giorno per sopravvivere.

Notte per vivere.

Con le stelle per vivere
senza le stelle muori.
Di luce s'illumina l'universo
ma io mi spengo o notte.






lunedì 22 aprile 2013

Bambini Sinti a Pavia (seconda parte)


Altre fotografie scattate nel 2009 da WDM in piazzale Europa a Pavia.

























Io sono un bimbo



Io sono un bimbo

(canzone)


Io sono un bimbo
e non dico mai niente
e allora sai cosa ti dico?
Amor di mamma
sai cosa vuol dire?
Ah! Ah! Ah!
Io sono un bimbo
sai cosa ti dico?
Ora lo so “amor di mamma”
so cosa vuol dire.
Ah! Ah! Ah!
Io sono un bimbo
e non so che cosa fare.
allora mamma
fagli capire
che cosa vuol dire.
Uh! Uh! Uh!
Io sono un bimbo
ora so cosa dire
ora so cosa fare
amore di mamma”
tutto sa capire!
Ah! Ah! Ah!

Armando Bruzzesi
(re dei barboni)



domenica 21 aprile 2013

Cari adulti, imparate a restare bambini

I bambini sono spesso trascurati in un mondo che non è a loro misura ed i grandi non sempre sono in grado di confrontarsi con i loro figli perché, a quanto è risultato da una inchiesta britannica di cui si è parlato anche sui quotidiani nazionali, gli adulti non sono capaci di giocare e divertirsi con i bambini. Sono gli adulti a tacere ed ad annoiarsi quando sono insieme ai propri figli. Come fare per recuperare un dialogo tra grandi e piccini e cercare di crescere i bambini alla presenza degli adulti piuttosto che parcheggiarli davanti ad un videogioco, o ad una tv? Innanzitutto, bisognerebbe restare sempre puri ed un po' infantili, imparando a gioire ed a sorprendersi anche delle piccole cose d'ogni giorno; troppi adulti si sentono impegnati in cose che credono più importanti e non hanno voglia, né tempo per ascoltare la propria vera anima e imparare nuovamente a comunicare in un modo più semplice e sincero. I bambini amano tutto ciò che è fantastico perché vivono in un mondo a cavallo tra realtà e fantasia; non sanno ancora perché e come certe cose funzionano ed inseriscono elementi di magia per spiegare certe cose che non sanno spiegare, ma è pur vero che fintanto che si fa uso di questa "magia" tante cose fantastiche possono accadere. La canzone e la poesia parlano loro in un modo speciale, si sa che quando certe frasi finiscono in rima è come se si pronunciasse una formula magica capace di trasformare tutto.
Questo è un semplice consiglio che mi sento di suggerire a chi vuole cercare di migliorare il proprio rapporto con i bambini; è una cosa che penso da tanto tempo e che forse può essere affrontata anche attraverso attività più ludiche e qualche altra astuzia di cui ci parla Pietro Citati in un articolo di qualche tempo fa, la cui lettura propongo a tutti.






Bambini Sinti a Pavia (prima parte)

Come ho già avuto modo di raccontarvi e come, spero presto, vedrete nel documentario che abbiamo registrato nel corso di vari anni, ho vissuto per circa nove mesi insieme ai Sinti di piazzale Europa, a Pavia. In quel periodo,avevo una grande stanza tutta per me dove dormivo e facevo le mie cose. I bambini erano tutti miei amici perché cantavano con me e mi consideravano il loro nonno, anche per il fatto che io ero la persona più anziana tra i Sinti.
Spesso mi rincorrevano perché dopo che tornavo dai miei giri compravo delle caramelle che distribuivo a tutti. E' stato proprio un bel periodo, mi rimangono delle foto e tanti ricordi bellissimi che desidero condividere con voi.

Questa era la mia stanza, prima che diventasse la cappella del villaggio dei Sinti













Per utilizzare queste immagini citare la fonte e l'autore.
WDM_photo








Il baro dell'ultima volta


In questi tempi difficili, molte persone ricorrono al gioco d'azzardo per cercare di recuperare qualche soldo, magari cercando perfino d'imbrogliare i propri simili. La disperazione porta a fare molte cose che non bisogna fare, eppure c'è sempre qualcuno che crede d'essere più astuto, più scaltro o più lesto di chi si trova di fronte.
A tutti voi giocatori incalliti, ho dedicato un pensiero ancora inedito, nella speranza che queste parole possano farvi riflettere e rinunciare ai vostri intenti fraudolenti.
Ragazzi, prima d'incominciare una vita sregolata sempre sulla lama del rasoio riflettete bene su quello che state per fare. Capisco che l'adrenalina del gioco possa offrire istanti esaltanti, ma la vera vita e la vera destrezza è saper vivere nelle difficoltà d'ogni giorno seguendo la retta via e non danneggiando il proprio prossimo, o se stessi.


Il baro dell'ultima volta

Puoi barare qualche volta.
Puoi barare molte volte.
ma alla fine c'è una volta
che non puoi barare più
Quando giochi con un baro
che sa un trucco più di te
ed entra in incognito nel gioco
quando lo scopri è troppo tardi.


Nota su Armando di WDM
Tanti anni fa, una delle prime volte che Armando venne a mangiare a casa mia, non so come sbucò un mazzo di carte da gioco sulla tavola, Armando mi disse di mescolare bene le carte e poi di girarne dieci, la decima sarebbe stata il re di quadri.
Armando non toccò mai il mazzo di carte, eppure riuscì ad indovinare dove si trovava il re di quadri anche un'altra volta. Gli chiesi come avesse fatto e mi disse che quel giorno lui era particolarmente ispirato; disse che ogni tanto gli capitava di sentire le cose prima che accadono. Restai molto sorpreso e non riuscii a spiegarmi come avesse fatto. Molto più recentemente, credo fosse l'agosto del 2006, eravamo sul lago di Como, con noi c'era anche Guy De Jong, stavamo per metterci a tavola per iniziare il pranzo in un simpatico ristorantino con una bella terrazza panoramica sul lago ed Armando chiese di vedere i risultati di una scommessa tris da un giornale appoggiato su un tavolo. Armando ci spiegò che non aveva fatto in tempo a giocare, ma voleva ugualmente vedere i risultati. Ci mostra un fogliettino con scritti 3 numeri che erano esattamente i numeri dei cavalli arrivati alla tris del giorno prima. La vincita sarebbe stata abbastanza sostanziosa, ma per quella volta ci fu solo un po' di rimpianto per non aver giocato in tempo. Guy fu piuttosto sorpreso e consolò Armando dicendo che sarebbe stato bene giocare la prossima volta, quando avrebbe ancora avuto la sicurezza di vincere. Anche io credo che ci siano dei momenti particolari in cui siamo in grado di capire, o sapere cosa accadrà in futuro; penso che chi ha questi presentimenti, se gioca in rare occasioni, possa anche rischiare di vincere, ma certamente se si vuole vincere ad ogni costo, il gioco diventa soltanto un'ossessione che non ci fa più vivere e ci costringe a raddoppiare di volta in volta la posta per cercare di recuperare le perdite. I bari sono un po' ovunque, non solo al tavolo verde, meglio evitare di avere a che fare con queste persone e comunque è vero che c'è sempre qualcuno in grado d'imbrogliare anche il miglior imbroglione, poiché chi gioca ama il rischio, la situazione paradossale e l'imprevisto più che la vincita stessa.




sabato 20 aprile 2013

Alla fine c'è riuscito

Sì, ci sono riuscito, ma non voglio adagiarmi sugli allori, ho ancora tanti progetti da realizzare e molte cose da dire. La poesia è un mezzo di comunicazione meraviglioso perché in poche parole si riescono a sintetizzare dei concetti complessi; la visualizzazione del linguaggio permette di memorizzare le idee in modo da conservare i messaggi che si vogliono diffondere in maniera indelebile nel tempo, suscitando emozioni si riesce ad avere un'esperienza completa di ciò che si è vissuto.

Libertà e Amore è il mio primo libro e tra i libri che ho scritto è quello più amato dai giovani.
Ripropongo la lirica d'apertura di questa raccolta.


Preghiera di poeta

Per tutti
vorrei scrivere
un mio verso
e quindi
con un urlo primordiale
scagliarlo
come un sasso
contro il cielo.

Armando Bruzzesi